Recensione de “Il diario segreto di Madame B.” di Emanuela Esposito Amato

“Per quanto mi riguarda, questi due anni resteranno ben fissi nella mia memoria. C’è chi ha la faccia tosta di sostenere che i momenti di crisi sono positivi perché ti inducono a far lavorare i neuroni per trovare una soluzione. Chi tocca il fondo può solo risalire? Io sono meno ottimista e dico che si può sempre raschiare e scendere ancora più giù.” (cit.)

Questa è Joséphine Bressi, una delle due protagoniste femminili dello splendido romanzo d’esordio di Emanuela Esposito Amato.
Siamo nel 2013, in piena crisi economica e la ragazza, da sempre appassionata ed esperta d’antiquariato e figlia di un noto restauratore, ha dovuto abbandonare l’ambito lavorativo che ha sempre sognato per dedicarsi al più redditizio mondo della cucina. Anche dietro i fornelli Josèphine se la cava molto bene ed è riuscita a costruirsi una stabile clientela per la quale prepara con grande abilità quiches e macarons.

Una delle sue clienti più affezionate, Bianca Cortese, che ben conosce la passione per l’antiquariato della giovane, la coinvolge in un progetto di realizzazione di un hotel di lusso di cui si stanno occupando la figlia ed il genero. Josèphine, collaborando con un architetto ed una designer, dovrà reperire alcuni pezzi unici allo scopo di caratterizzare ciascuna camera dell’albergo.

“Sono un cane sciolto. Fiuto, penso, elaboro, porto a termine. Ho sempre deciso da sola nel mio lavoro di esperta antiquaria, e sapevo d’istinto cosa andava bene e cosa no. Ora so di dover operare in squadra, rendere conto delle mie scelte, aspettare il beneplacito o essere costretta a eseguire disposizioni, e tutto questo non mi entusiasma.” (cit.)

Seppur con queste remore, la giovane decide di accettare la sfida ed è proprio durante la ricerca dei pezzi d’antiquariato che Josèphine si imbatte in un corredo di mobili d’epoca di cui si innamora all’istante.

La giovane antiquaria non può immaginare che, per molti anni ben celato all’interno di un comparto segreto di uno di quei mobili, un secretaire, torni alla luce il diario di una donna vissuta nell’800, Delphine Delamare.

“Se c’è un aspetto che mi affascinava, quando mi occupavo di antiquariato, era proprio quello di immaginare quali e quante vite avevano condiviso quei mobili prima di arrivare tra le mie mani.” (cit.)

Il romanzo si svolge sui due piani narrativi che, capitolo dopo capitolo, accompagnano il lettore a conoscere la vita, i pensieri, i sogni e le inquietudini delle due protagoniste. La storia di Josèphine si svolge nel presente, la partecipazione al progetto che le è stato proposto rappresenta per lei una concreta possibilità di tornare a dedicarsi professionalmente alla sua vera passione. Contemporaneamente, attraverso le pagine del diario ritrovato che Josèphine comincia a leggere, conosciamo gli anni cruciali della vita di Delphine, vissuta in Francia nel 1840.
L’autrice si dimostra molto abile nel caratterizzare i personaggi del romanzo, sia per quello che riguarda le due protagoniste, sia per i numerosi personaggi secondari che non rimangono solo sullo sfondo, ma assumono una rilevante dimensione dentro la storia.

Allo stesso modo emerge in modo chiaro l’enorme lavoro di ricerca che la scrittrice ha compiuto e che coinvolge le ambientazioni, tra Napoli e Rouen, i riferimenti artistici e letterari – testi classici come Madame Bovary e La Signora delle Camelie, passando attraverso la Traviata di Verdi, oltre che alcuni temi specifici che il romanzo affronta. I riferimenti alla cucina, all’arte, all’antiquariato sono trattati con dovizia di particolari che manifestano la competenza e le ricerche documentali che Emanuela Esposito Amato ha svolto durante la scrittura del libro.
Scorrendo le pagine veniamo a contatto con due donne molto diverse che però, piano piano, mostrano non pochi elementi di sintonia ed analogia, due donne a cui il lettore tenderà a legarsi ed affezionarsi nel corso dello svolgimento della trama. Per certi versi le due protagoniste appaiono antitetiche, Delphine sembra vivere una vita, sulla carta, perfetta, ma leggendo il suo diario – “Questo diario sarà il mio confidente privato, l’amico che allevierà il peso di tante ore senza senso.” (cit.) – vediamo emergere una donna insoddisfatta, alla perenne ricerca dell’amore dei sogni, che, però, vive imprigionata dentro il rapporto con un marito, Eugène, che non ama e non stima.

“Eugène si è rivelato un pusillanime e la viltà non è l’unico difetto di mio marito. Giorno dopo giorno mi rendo conto della nullità che ho sposato, ma ormai è tardi per tornare indietro.” (cit.)

Delphine insegue il suo sogno d’amore e lo proietta su alcuni uomini che entrano nella sua vita illudendola che anche per lei ci sia una possibilità di essere davvero felice, salvo poi ritrovarsi nuovamente sola, sofferente e sempre più depressa.

“Vorrei scomparire, cancellare la mia esistenza, meglio ancora non essere mai nata. Io non la voglio, non la voglio vivere questa vita inutile che mi devasta anima e corpo. Non è meglio morire piuttosto che vivere senza amore?” (cit.)

Josèphine, per contro, appare come una donna forte ed indipendente, ma anche estremamente disillusa e, probabilmente, segnata dalle esperienze passate. Una donna che sta faticosamente cercando equilibrio e stabilità. L’opportunità lavorativa le permette di rimettersi in campo dal punto di vista professionale e la conoscenza con l’affascinante architetto, Massimiliano, con cui si trova a collaborare, pare quasi smuoverla anche dal punto di vista sentimentale, sebbene le ferite che porta dentro sembrino aver minato la sua fiducia nell’amore.

“Non pensavo affatto di sposarmi. Quella che per molti può sembrare una scelta borghese e conformista per me è una sfida tendente al trasgressivo. In fondo viviamo in un’epoca in cui una donna emancipata e indipendente rifugge dal matrimonio. Al più accetta una convivenza a maglie larghe. Sposarmi per me significa intraprendere un viaggio in terra straniera. Una terra di cui non conosco idioma, usi e costumi, codici comuni o segreti linguaggi.” (cit.)

Attraverso la caratterizzazione psicologica delle due donne, l’autrice affronta temi di enorme rilievo quali la solitudine, la depressione, i sogni che spesso si scontrano con la cruda realtà e lo fa in una maniera estremamente leggera ed equilibrata, disegnando notevole spessore per le due protagoniste che non sono mai percepite come personaggi artefatti.
Questo è, a mio parere, uno dei principali pregi di questo romanzo che, oltre a coinvolgere ed intrattenere il lettore dentro lo svolgersi serrato della trama, lo porta anche a riflettere profondamente attraverso le vicende di Delphine e Josèphine.
Il diario segreto di Madame B. è un romanzo davvero ben scritto, il linguaggio di Josèphine è molto attuale e moderno e mette in estremo risalto la concretezza e l’ironia insita in questo personaggio. Allo stesso modo è evidente lo studio e la cura posta sul linguaggio utilizzato da Delphine nelle pagine del suo diario che, senza mai essere pomposo e pesante o apparire un mero esercizio di stile, riesce a calare il lettore nell’atmosfera tipica dell ‘800.
Per tutti questi motivi ho davvero apprezzato il romanzo di Emanuela Esposito Amato sia per lo stile narrativo sia per la trama avvincente che ha saputo mantenere sempre deste la mia curiosità e la mia attenzione.
Corre voce che la scrittrice stia progettando o già lavorando ad un seguito… ed io lo leggerò davvero volentieri.

L’autrice

Emanuela Esposito Amato è nata e vive a Napoli.
Durante e dopo gli studi universitari ha vissuto e lavorato a Parigi.
Laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne è docente di Francese.
Ha pubblicato racconti sulle riviste “Inchiostro” e “Il Segnalibro” (2002).
Ha vinto il primo premio del concorso letterario “Da donna io racconto”, edizione 2004 con il racconto “Lui dorme”.
Oltre a “il diario segreto di Madame B.” ha pubblicato nel 2020 la raccolta “Lui dorme e altri racconti” edita da Homo Scrivens.

La scheda del libro

Autore: Emanuela Esposito Amato
Titolo: Il diario segreto di Madame B.
Editore: Alcheringa
Collana: I quarzi rosa
Pagine: 326
Data di pubblicazione: 10 settembre 2018
Genere: Narrativa contemporanea

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4 Comments

  1. Pingback: Uno squillo per Joséphine - Dissolvenze di Claudio Sandrini

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