A mio padre
Ti cerco nei ricordi,
in quegli spazi fragili
dove la memoria sussurra
e il tempo si fa fumo.
Sei un volto che ho sfiorato appena,
ombra gentile nei racconti di mamma,
con parole d’amore
ha dipinto il tuo sorriso,
il calore della tua mano,
il suono della tua voce.
Chissà, padre,
se mi osservi da qualche angolo del cielo,
se nel mio sguardo riconosci
qualcosa del tuo.
Saresti fiero dell’uomo che sono?
Di ogni passo incerto,
di ogni sogno rincorso,
di ogni caduta
e delle mie strenue lotte per risalire?
Mentre muovo i miei passi
sull’angusto sentiero della vita,
mi piace pensare
che nei miei gesti
vive un frammento di te
che io stesso non conosco.
(Claudio Sandrini)
Questa poesia ha ottenuto i seguenti riconoscimenti:
1. Premio del Presidente di Giuria alla prima edizione del Concorso Internazionale di poesia, narrativa e arti visive “Federico Barbarossa”.
2. Menzione Speciale al Premio Letterario Internazionale “Parole in transito”.
Concorso Internazionale di poesia, narrativa e arti visive “Federico Barbarossa”
Giudizio critico del Presidente di Giuria, Prof. Federico Cinti
Poesia di intimo struggimento la lirica di Claudio Sandrini, costruita con malinconica delicatezza. Nella presente assenza del padre, cui il componimento è dedicato, risuona nei primi versi – tutti (o quasi) settenari – un ritmo di pacata rassegnazione, quella di un figlio che «cerca» chi non c’è più «nei ricordi, in quegli spazi fragili dove la memoria sussurra e il tempo si fa fumo». Mentre il fluire dei versi si fa più mosso, sulla scena si palesa la figura della madre, nel cui ricordo il tu paterno si fa «un volto che ho sfiorato appena» che «ha dipinto il tuo sorriso, il colore della tua mano, il suono della tua voce». II dialogo con il padre si allarga a una dimensione siderale, l’occhio attinge l’azzurro dell’assoluto e si fa domanda:
«Chissà, padre, se mi osservi da qualche angolo del cielo, se nel mio sguardo riconosci qualcosa del tuo». Eppure, per dirla con sant’Agostino, i nostri cari sono nell’altra stanza, «ne la secretissima camera de lo cuore».
