Recensione Serie Tv “L’estate in cui imparammo a volare” Stagione 1

L’estate in cui imparammo a volare è una serie, disponibile sulla piattaforma Netflix, tratta dal romanzo Firefly Lane di Kristin Hannah, che narra le vicende, attraverso gli anni, di due amiche d’infanzia, Kate e Tully. Katherine Heigl e Sarah Chalke portano sullo schermo i personaggi di due donne molto diverse tra loro, ma molto ben caratterizzate che ci coinvolgeranno durante i 10 episodi della serie. La stagione si chiude con alcuni cliffhanger che lasciano presagire l’arrivo di (almeno) un sequel.

Il cast

Tully Hart è interpretata da Katherine Heigl
Tully adolescente è interpretata da Ali Skovbye
Tully ragazza è interpretata da London Robertson
Kate Mularkey è interpretata da Sarah Chalke
Kate adolescente è interpretata da Roan Curtis
Johnny Ryan è interpretato da Ben Lawson
Nuvola è interpretata da Beau Garrett
Marah Ryan è interpretata da Yael Yurman
Travis è interpretato da Brandon Jay McLaren
Max Brody è interpretato da Jon Ecker
Margie Mularkey è interpretata da Chelah Horsdal
Bud Mularkey è interpretato da Paul McGillion
Kimber Watts è interpretata da Jenna Rosenow

La trama

Tully e Kate sono amiche per la pelle. Attraverso frequenti flashback siamo proiettati nell’adolescenza delle due ragazze: Tully, dopo essere stata abbandonata, torna a vivere con la madre, Nuvola, una donna che abusa di alcol e droghe e che poco si cura di lei. Kate, per contro, vive in una famiglia apparentemente stabile e tradizionale – sebbene poi se ne scoprano diversi lati nascosti dietro l’immagine di facciata. Tully è una ragazza estroversa e istrionica, mentre Kate è più chiusa, riflessiva, insicura e impacciata. Le loro differenze caratteriali saranno proprio alla base della loro amicizia che, pur con qualche alto e basso, sarà in grado di accompagnarle fino all’età adulta. Quando Tully si trasferisce a vivere nella casa accanto a quella di Kate, tra le due ragazzine si instaura un legame che durerà per quasi quarant’anni attraversando i cambiamenti, la crescita, gli amori dolorosi, i piccoli e grandi drammi quotidiani. Un rapporto simbiotico, quello tra le due donne, che rimangono sempre l’una il punto di riferimento dell’altra. Tully sogna fin da piccola di diventare una giornalista e conduttrice televisiva famosa. Kate, dotata di un grande talento per la scrittura, ambisce a rendere questa passione il suo lavoro.

Tramite una narrazione che vede intersecare diversi periodi temporali vivremo con Kate e Tully la loro adolescenza, le prime affermazioni sul lavoro fino a ritrovarle, ormai adulte, alle prese con i bilanci, tra successi e fallimenti, che, dopo una certa età, diviene naturale fare.

La mia recensione

L’estate in cui imparammo a volare è certamente una serie d’impatto a livello emotivo che giocando sui ricordi passati, la nostalgia dell’adolescenza e il racconto delle vicende, non sempre facili, della vita delle protagoniste riesce a creare una buona empatia nello spettatore.
Gli episodi sono tutti incentrati sullo speciale rapporto tra le due ragazze che crescono insieme e sono, tutto sommato, personaggi ben costruiti e capaci di portare lo spettatore ad affezionarsi a loro in maniera semplice e immediata.

La costruzione dei protagonisti, per merito anche delle valide prove del cast, è ben riuscita e funge da efficace collante per i diversi piani temporali in cui la storia si svolge e sviluppa. Certamente si sarebbe potuto dare uno spessore maggiore a personaggi, a mio parere non minori, come la figlia di Kate e Johnny, Marah e il compagno di Tully, Max.
Dieci episodi, però, non si possono basare soltanto sull’efficacia dei personaggi e i limiti della serie pian piano emergono in termini di scrittura della trama. Alcuni dialoghi paiono, talvolta, un poco forzati ed emerge qualche debolezza tecnica relativamente alla fotografia e al trucco. La continua sovrapposizione dei piani temporali può far perdere i punti di riferimento. Mi è capitato di non ricordare più, per qualche istante, in quale periodo si stessero svolgendo gli eventi provando un senso di confusione che tendeva ad abbassare la connessione con la trama.

L’atmosfera patinata creata per introdurre i flashback anni ’80 – con usi eccessivi di colori caldi – mi è parsa in taluni passaggi quasi sgradevole, mentre decisamente poco riusciti sono stati, a livello di trucco ed effetti speciali, gli interventi di ringiovanimento/invecchiamento di alcuni personaggi che hanno tolto un po’ di credibilità ed efficacia alla rappresentazione.
Nel complesso, comunque, L’estate in cui imparammo a volare è una serie che si guarda volentieri, capace di coinvolgere ed emozionare lo spettatore. Le prove di Sarah Chalke nei panni di Kate e di Katherine Heigl, Tully, sono, a mio parere, il vero punto di forza di questo prodotto Netflix e le due attrici, insieme, funzionano davvero bene.

Rimaniamo in attesa di notizie sulla prosecuzione della storia che appare quanto più necessaria dopo alcune situazioni rimaste in sospeso nel corso del finale di stagione.

 

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