Recensione della serie TV “Vis a vis”

Sull’onda del successo de La casa di carta, ho guardato le 4 stagioni, disponibili su Netflix della serie Vis a Vis – Il prezzo del riscatto. 40 episodi ambientati in un carcere femminile in cui si svolgono le storie delle detenute protagoniste. L’ispirazione alla serie americana Orange is the New Black è evidente e Vis a Vis riesce a portare sullo schermo una storia thriller, con una spruzzata pulp, che si rivela davvero avvincente per la maggior parte degli episodi.

Il cast

Maggie Civantos è Macarena
Alba Flores è Saray
Najwa Nimri è Zulema
Berta Vázquez è Estefanía Kabila
Laura Baena è Antonia
María Isabel Díaz è Sole
Imma Cueva è Anabel
Marta Aledo è Teresa
Jesús Castejón è Castillo
Ramiro Blas è Sandoval
Alberto Velasco è Palacios
Harlys Becerra è Valbuena
Adriana Paz è Altagracia
Roberto Enriquez è Fabio
Daniel Ortiz è Román
Carlos Hipólito è Leopoldo
Ruth Díaz è Mercedes
Elena Seijo è Susana

La trama

Macarena Ferreiro è una giovane donna, di buona famiglia che, per la sua ingenuità, viene raggirata dal compagno e portata a truffare l’azienda per cui lavora. Una volta arrestata, Macarena viene condannata a scontare alcuni anni di reclusione nel penitenziario femminile di Cruz del Sur. Il carcere si rivela essere una bruttissima esperienza e la sua sensibilità e le sue debolezze divengono facile preda delle altre detenute, prima fra tutte, Zulema, una criminale senza scrupoli che, anche in carcere, aiutata della sua gang, continua a compiere atti estremamente violenti. A Cruz del Sur, inoltre, i secondini ed il responsabile medico – che nel tempo diventerà direttore del carcere – abusano del loro potere per maltrattare e, talvolta, abusare sessualmente delle detenute.

Le quattro stagioni della serie si concentrano sulla vita carceraria delle numerose protagoniste femminili. Conosciamo, pian piano, i loro differenti temperamenti, scopriamo i motivi per cui si ritrovano a dover scontare la pena ed entriamo in contatto con le dinamiche interpersonali che si sviluppano nell’ambiente carcerario. Tensioni, guerre intestine, ripicche e violenze, ma anche storie di grande umanità, solidarietà ed amicizia.

Il carcere è lotta per la sopravvivenza e Macarena è l’esempio lampante di questa dinamica: entrata a Cruz del Sur come una giovane debole ed un poco ingenua, arriva a diventare capace di farsi rispettare anche da “colleghe” con curricula criminali certamente più prestigiosi del suo.
Anche le altre protagoniste hanno grande rilievo nell’intreccio che riempie le 40 puntate della serie. Personaggi diversi, ma tutti caratterizzati molto bene: conosciamo così la splendida “riccia”, contesa da Macarena e Saray, la zingara, interpretata da Alba Flores – attrice nota come la Nairobi della Casa di Carta. Proviamo una sensazione di amore ed odio nei confronti di Zulema Zahir, il personaggio probabilmente più estremo della serie che riesce a macchiarsi di inaudite violenze nel corso delle puntate. Accanto a loro si muovono tanti altri personaggi: Soledad che sconta la pena per aver ucciso il marito dopo anni di quotidiane violenze domestiche, Tere che lotta strenuamente contro la sua dipendenza dalle droghe, Anabel, la spacciatrice ufficiale del carcere.

Le detenute vivono poi a stretto contatto col personale carcerario, i secondini, alcuni dei quali umani e sensibili, altri decisamente subdoli e pronti a compiere sistematiche violenze e molestie, abusando del proprio potere. Degno di nota è certamente il personaggio di Sandoval, responsabile medico del penitenziario, un uomo violento e psicologicamente disagiato che manifesta più volte il proprio sadismo contro le detenute.
La trama della serie ci offre anche alcuni viaggi all’esterno del carcere creando situazioni ad alta tensione che vedono protagonisti i familiari di Macarena, decisi a dimostrare la sua innocenza e farla scarcerare, ed il compagno egiziano di Zulema che sta organizzando la sua evasione. Storie che sono legate alle vicende carcerarie attraverso la figura del bonario e pacione ispettore di polizia Castillo.

La mia recensione

Dell’omologo americano Orange is the new black rimane solo l’ambientazione e Vis a Vis si affranca, fin dalle prime scene dell’episodio pilota, da ogni possibile errata analogia. Sono stato per parecchio tempo indeciso sulla scelta di guardare o meno questa serie, ritenendo che 40 episodi ambientati dentro le mura di un carcere potessero rischiare di essere un poco monotoni. La serie si impone, invece, come un appassionante thriller, ricco di intrecci e di storie cariche di suspence che riesce anche ad accompagnare lo spettatore dentro la psicologia delle protagoniste femminili.
La serie ci fa vedere quanto sia labile il confine tra il bene ed il male caratterizzando personaggi capaci tanto di atti di estrema umanità, quanto di crudeltà efferatissime. Questa in fondo pare essere la regola non scritta del carcere in cui, per sopravvivere ai soprusi bisogna imparare a difendersi in ogni modo.

La prima stagione della serie risulta decisamente avvincente, ci introduce alla conoscenza di tutti i personaggi e alle leggi, non scritte, del carcere di Cruz del Sur. Deciso il calo di tensione nelle stagioni successive che, anche a causa di alcuni limiti di sceneggiatura, fanno perdere alla serie un po’ della sua verve. La terza e la quarta stagione, a seguito del trasferimento delle protagoniste nel carcere di Cruz del Norte, diretto dalla vecchia conoscenza dottor Sandoval, ed all’introduzione di nuovi protagonisti, tentano un rilancio della trama. Il passaggio della produzione a FOX enfatizzano il carattere pulp della serie mettendo in scena violenze efferate tra le detenute e scontri tra gang interne al carcere cui assistono talvolta impotenti, talvolta rendendosene protagonisti anche i secondini e le secondine, come la messicana Altagracia che nasconde un passato decisamente oscuro.

La sceneggiatura della serie, nonostante qualche sbavatura, qualche situazione un poco inverosimile, ed alcuni passaggi che alla lunga suonano lievemente ripetitivi, funziona molto bene – Alex Pina è uno degli sceneggiatori della casa di carta – ed è accompagnata da una splendida fotografia che riesce a dare vita e colore all’ambientazione carceraria.
La quarta stagione conclude definitivamente la serie sebbene Fox abbia annunciato alcune puntate spin-off intitolate Vis a Vis: El Oasis che hanno il compito di farci conoscere cosa è accaduto ad alcune protagoniste nel periodo successivo ai fatti narrati al termine dell’ultima stagione.

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