Recensione della serie TV “Cercando Alaska”

Cercando Alaska è l’adattamento televisivo dell’omonimo romanzo di John Green, pubblicato nel 2005. Disponibile in Italia sulla piattaforma SKY, si tratta di una serie TV, auto-conclusiva, in 8 episodi creata da Josh Schwartz, già noto per The O.C., Gossip Girl e Chuck e prodotta per la tv da Hulu.

Il cast

Miles interpretato da Charlie Plummer
Alaska interpretata da Kristine Froseth
Chip interpretato da Denny Love
Takumi interpretato da Jay Lee
Lara interpretata da Sofia Vassilieva
Sara interpretata da Landry Bender
Longwell interpretato da Uriah Shelton
Kevin interpretato da Jordan Connor
Sig. Starnes interpretato da Timothy Simons
Dott. Hyde interpretato da Ron Cephas Jones
Marya interpretata da Meg Wright
Madame O’Malley interpretata da Lucy Faust
Jake interpretato da Henry Zaga
Dolores Martin, interpretata da Deneen Tyler

La trama

Miles Halter è un ragazzo che, dalla Florida, si trasferisce in Alabama per frequentare la rinomata accademia di Culver Creek. Il giovane ha un particolare talento: conosce a memoria le ultime parole pronunciate da personaggi famosi prima di morire, colleziona biografie ed è appassionato di letteratura e poesia. Miles è un ragazzo riflessivo ed introverso, perennemente impegnato a scoprire il senso della sua vita, “il grande forse” che il poeta francese François Rabelais aveva citato nelle sue ultime parole.

L’avventura di Miles a Culver Creek comincia con la conoscenza del suo compagno di stanza, Chip che si fa chiamare “Il Colonnello”, un ragazzo deciso e determinato che, dopo aver immediatamente affibbiato a Miles il soprannome di Pancho, lo introduce alle regole del campus e gli fa conoscere i suoi due inseparabili amici Takumi e Alaska, una giovane irrequieta e travolgente con la camera colma di libri. I 4 amici diventano un gruppo affiatato impegnato in una costante guerra a suon di scherzi, non sempre all’acqua di rose, con un’altra fazione di ricchi studenti, i “settimana breve”. L’incontro con Alaska, per Miles, è un colpo di fulmine ed il ragazzo scoprirà, strada facendo, quanta inquietudine si nasconda dietro il sorriso e l’apparente spensieratezza della giovane.

La mia recensione

Cercando Alaska è un teen drama – genere che va molto di moda tra le serie TV in questi anni – con tanti elementi di grande spessore e profondità. Ci troviamo di fronte a ragazzi pieni di curiosità, proiettati nella ricerca del senso del vivere che, facendo i conti con le realtà, talvolta un poco disastrate che vivono, leggono, studiano e vivono rapporti che sono un costante sostegno a tale ricerca.
Il legame tra i personaggi rappresenta il cuore di Cercando Alaska e tali legami, nello svolgimento della trama, è supportato da splendidi dialoghi, estremamente ironici e divertenti, ma anche molto profondi. Devo dire che il cast è stato scelto con grande accuratezza ed, in particolare, i personaggi di Miles, Alaska e Chip vengono interpretati in maniera egregia. Charlie Plummer caratterizza alla perfezione il disagio di Miles, la sua timidezza e le sue insicurezze. Denny Love porta sullo schermo un personaggio travolgente e divertente e Kristine Froseth, anche quando non parla, soltanto con lo sguardo, riesce a trasmettere e far percepire allo spettatore tutta la malinconia ed il travaglio interiore di Alaska.

La serie, così come il romanzo, comincia con un evento drammatico: un’auto, nella notte, si schianta, senza apparenti segni di frenata, contro un camion che si è ribaltato sulla strada. Episodio dopo episodio ripercorreremo i mesi che hanno preceduto il tragico incidente vivendo nel campus con i protagonisti e saremo sempre più stimolati a cercare di capire chi sia stato coinvolto nello schianto con cui è iniziata la serie TV.
Miles ed Alaska sono i personaggi trainanti e centrali di tutto il racconto e se il primo vive l’evoluzione di un ragazzo che, finalmente libero da vincoli familiari piuttosto soffocanti, può cominciare a scoprire il mondo e lasciarsi andare a nuove esperienze, la seconda manifesta una personalità decisamente complessa e poliedrica. Il suo continuo oscillare tra atteggiamenti da bad girl e momenti di estrema tenerezza, la rende una giovane misteriosa ed attraente, tanto che molti dei protagonisti della serie, più o meno esplicitamente, sono vittime del suo fascino.
Per Alaska i libri sono un bene prezioso, quasi un’ancora di salvezza e certamente rappresentano la possibilità, per la sua indole così curiosa ed assetata di significato, di trovare una risposta alle domande esistenziali che l’affliggono. Nel libro di Gabriel García Márquez, Il generale nel suo labirinto, il protagonista si interroga: Come uscirò da questo labirinto di sofferenza?. Alaska è quasi ossessionata da questa domanda che sente profondamente corrisponderle e chiede a Miles di aiutarla a trovare una risposta. La ricerca del suo grande forse ed ora il nodo di questo labirinto da sciogliere, portano Miles ad impegnarsi nel trovare una risposta, per aiutare l’amica e con lei, se stesso, per provare a comprendere qualcosa di più sul mistero del vivere e, probabilmente, anche per riuscire finalmente a capire fino in fondo i travagli che tormentano la giovane di cui si è innamorato.

Una menzione particolare va riservata a due personaggi adulti della serie, il professor Hyde, l’insegnante di religione ed il Sig. Starnes, responsabile del campus, che i ragazzi hanno soprannominato “l’aquila” per la sua capacità di mantenere sempre tutto sotto controllo. Pur con ruoli totalmente diversi i due uomini hanno un grande peso nella trama e, rapportandosi costantemente con i giovani protagonisti, rappresentano le figure di riferimento di cui ogni ragazzo ha bisogno per crescere ed essere educato.
Ritroviamo nella serie molti dei temi affrontati da prodotti dello stesso “filone” – come, ad esempio, Euphoria e Tredici – che sono, in questo caso, trattati con una minore estremizzazione e che, pertanto, si fondono nella trama senza appesantirla e senza caricare i personaggi di eccessivi giudizi morali.

Cercando Alaska risulta, quindi, una serie ben scritta alla quale certamente giova la solidità del romanzo di John Green e, tolti alcuni passaggi della trama che mi sono apparsi un poco forzati e dissonanti rispetto al ritmo narrativo, riesce certamente ad appassionare lo spettatore dal primo all’ultimo episodio.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *