Cogito – La serie sulla natura della realtà

Un podcast visivo di Alessandra Pandolfini

Una sinfonia visiva e sonora sull’anima umana

“Cogito” non è un semplice podcast. È un viaggio. Un rito di passaggio. Un richiamo sommesso, ma inarrestabile, alla parte più autentica e vulnerabile di ciascuno di noi.
Nato da uno spettacolo teatrale e sviluppato con evidentissima passione, questo podcast autoprodotto intreccia con grazia rara le suggestioni del teatro, l’eleganza della parola scritta e l’impatto visivo delle immagini generate con l’intelligenza artificiale.
Il risultato? Un’esperienza immersiva e potentemente evocativa, che pulsa tra filosofia, mito e introspezione.

Al centro della narrazione c’è Laura, un personaggio femminile potente e delicato, che vive a cavallo tra il mondo reale e quello iperuranico, una dimensione simbolica in cui regnano Apollo, Eros e Oniro, divinità che, qui, non sono solo figure mitologiche, ma archetipi della nostra psiche, personificazioni di arte, desiderio, sogno.

“In principio erano Oniro e Thanatos. Verità e menzogna, ente e assente, naturalità e vuoto. Da Oniro nacque Eros per partenogenesi, da Eros nacque Apollo. Da Thanatos non nacque nessuno perché nessuno voleva nascere da lei. L’energia di Oniro, Eros e Apollo diede vita alle anime, a tutte le esistenze del cosmo, che insieme formavano lo spettro dei colori. Il mondo che esisteva era l’unico possibile. Come gli animali e i bambini, gli esseri nuotavano nella spontaneità e agivano secondo l’istinto. Tutti vivevano nell’armonia e nella verità.
Ma per far vivere un concetto in eterno devi misurarne la resilienza. E Thanatos aveva voglia di sfidare le sorti dell’assoluto per avere, anche lei, il suo posto nel cosmo. Diede alle anime la possibilità di essere cieche, di scendere in un mondo che puzzava di limite. Imbottigliò le essenze in dei corpi in cemento armato, privando loro dell’illimitato.
Da allora nacquero i figli invisibili di Thanatos: la separazione, l’odio, la paura, la guerra. Cominciarono ad esserci diversi mondi possibili, e quasi nessuno si ricordava da dove venisse. Oniro, Eros e Apollo cercano da allora di fare chiedere alle persone, chi sono, da dove vengono, verso dove stanno andando, ma soprattutto, perché.” (Cit.)

Laura, con un gruppo di coetanei, frequenta un’accademia teatrale. La giovane viene considerata “strana” dai compagni perché troppo tesa a farsi domande e costantemente affascinata da ciò che di profondo la realtà nasconde e di cui è segno.

“Non so se hai visto Laura Colombo stamattina. C’ha sta fissa per il surreale. A me sembra solo disorientata. Dico, parliamo di cose reali?” (Cit.)

L’accademia ha realizzato una collaborazione con un noto editore per selezionare i testi più meritevoli di essere pubblicati. Impegnata in questo lavoro di scrittura Laura entra in contatto con il mondo parallelo e inizia il suo percorso interiore di ricerca della vera se stessa.

“Che cosa succede? Perché ho questo aspetto?
Sono Apollo, non si vede?
Sono in un sogno?
Non proprio.
Sono morta?
Ti presento il mondo delle idee.
Ma è l’iperuranio di Platone! Allora esiste veramente!
Sì, lui ci è andato molto vicino. C’è anche la vera te qui. Tu sei una distorsione di Laura. Sei come gli altri ti vedono e come tu ti sei convinta di essere.” (Cit.)

Nel contatto con queste forze interiori, Laura intraprende una ricerca che non è soltanto personale, ma universale. Un percorso verso l’autenticità, la verità interiore, la liberazione da quelle maschere che la società ci impone. Maschere dietro cui ci nascondiamo, ci perdiamo, ci mutiliamo. E con lei, anche Michele, fragile, sensibile, altrettanto ferito, compie un cammino parallelo, condividendo quel desiderio struggente di esistere per ciò che si è e non per ciò che ci si aspetta da noi.

“Perché non creiamo una specie di gruppo di studio, come quelle in unità di ricerca scientifica?
Le squadre tattiche per la guerra.
Sappiamo tutti che c’è qualcosa nel mondo che non funziona, ma nessuno vuole scoprire che cos’è o da dove nasce.
La scuola. La medicina. La politica. La religione. Parla di un nuovo modello di società. Quindi per rimettere le cose apposto bisogna rovesciare l’intera struttura della realtà.” (Cit.)

Ciò che rende “Cogito” davvero straordinario non è solo la profondità del messaggio. È il modo in cui viene raccontato.
Il podcast alterna una narrazione audio impeccabile – con voci interpretate da attori talentuosi, accompagnate da una colonna sonora originale e vibrante – a inserti visivi che sembrano sogni ad occhi aperti. Le immagini create con l’AI sono magnetiche, surreali, al tempo stesso eteree e concrete, capaci di rappresentare visivamente l’invisibile: emozioni, frammenti di anima, simboli.

Ogni capitolo è un atto. Ogni atto, una rivelazione.

I capitoli, una discesa (e risalita) nell’anima

Dal primo episodio, “Il Velo di Maya”, in cui ci vengono presentati i protagonisti, fino agli ultimi, “La Sintesi”, il podcast attraversa tematiche esistenziali con una lucidità sconcertante: il dualismo tra sogno e realtà, la rivalutazione dell’erotismo come energia creativa, il desiderio di autenticità contro l’omologazione sociale.
C’è una critica acuta, a tratti impietosa, alla società moderna, che misura l’individuo in base alla sua produttività e alla sua aderenza a modelli prestabiliti. E al tempo stesso c’è un atto d’amore, struggente, verso ciò che siamo prima di essere addomesticati: emozione pura, bisogno di bellezza, desiderio di verità.
Spiccano alcuni momenti di vera poesia visiva e concettuale, conditi da dialoghi meravigliosamente scritti e un costante ed equilibrato uso dell’ironia. Come quando Laura immagina la sua psiche come un carcere, in cui ha rinchiuso le persone che conosce secondo etichette e stereotipi sociali. O la figura di Thanatos che ci svela quanto la morte non sia solo sinonimo di fine biologica, ma può anche divenire l’uccisione simbolica di tutto ciò che ci rende umani.

Un’opera coraggiosa che osa e scuote

La bellezza di “Cogito” è che non fa sconti. Non cerca l’applauso facile, non cede alla tentazione del lieto fine accomodante.
Quando le anime scendono nel mondo reale, costrette da Oniro e Thanatos, il caos dilaga. Le persone dicono finalmente la verità, ma non sono pronte a sostenerne il peso.
La sincerità assoluta, senza consapevolezza, si trasforma in disgregazione sociale. Il paradosso è geniale: l’utopia, se imposta, genera distopia. Solo attraverso l’arte, la scrittura condivisa, il dialogo tra Laura e Michele, il mondo potrà salvarsi.
Ecco allora che l’ultima parola spetta alla scelta: alla volontà libera e consapevole delle anime di tornare, a poco a poco, nel mondo reale. Quando saranno pronte. Quando sarà il momento giusto.

Un cast e una regia da applauso

Il podcast deve moltissimo alla penna raffinata di Alessandra Pandolfini, autrice di uno script denso, ironico, lirico, profondo. Un testo che intreccia citazioni colte e riflessioni moderne, che parla la lingua dell’anima senza risultare mai didascalico.
La regia e la costruzione scenica sono sorprendenti: ogni suono, ogni pausa, ogni tono è calibrato con cura, come in una partitura musicale.
Il lavoro corale degli attori, dei tecnici, dei musicisti è palpabile. E il risultato è un’opera viva, che respira, che pulsa tra cuore e cervello.

Una storia che rimane addosso

“Cogito” è un’opera di confine. Un podcast che sfida le regole del formato, che attraversa i generi, che osa parlare all’anima in tempi in cui tutto sembra parlare solo al portafoglio o all’algoritmo.
È uno specchio in cui chi ha il coraggio di guardare… si scoprirà nudo. Ma anche più vero. Più vivo.
Non è un podcast da ascoltare distrattamente. Va vissuto e metabolizzato.
E magari, un giorno, andrà riascoltato… quando il cuore sarà pronto per un altro passo.

SCRITTO, DIRETTO E MONTATO
Alessandra Pandolfini

Con la partecipazione straordinaria di
Guia Jelo

Con le voci di (in ordine alfabetico):
Daniele Bruno
Simone Bucciero
Samuele Cannoni
Gianluca Cardinali
Lorenza Denaro
Andrea Lubrano Di Giunno
Angelica Grigoli
Leonardo Guglielmino
Loredana Marino
Stefania Micale
Nazareno Minesso
Rubens Panarello
Alessandra Pandolfini
Stefano Paoletti
Graziana Pavone
Emanuele Puglia
Alessandro Russo
Francesca Tentoni

Voce guida
Claudio Gigliuto

Tema di serie
Composto da Angelo Grassi
Eseguito al violino da Elena Melardi
Cantato da Luna Platania

Direttore tecnico
Pietro Ciuffreda

Consulente narrativo
Davide Rao

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